top of page
Scrivendo sulla spiaggia

Blog

Immagine del redattoreEva Rossi - Ishvari

Upavasa - il digiuno yogico delle fasi lunari

Aggiornamento: 11 mar


Il digiuno – che in sanscrito si indica con diversi termini, tra cui upavasa (letteralmente: stare vicini al Supremo) – è una pratica che ritroviamo in molte tradizioni spirituali. Il digiuno è infatti una pratica psico-spirituale, che presenta molti benefici a questo livello, oltre che dal punto di vista fisico. Come sappiamo, corpo mente e spirito sono strettamente collegati, così come collegati sono la terra e la luna, la cui influenza è ben nota in molti campi, tra cui l’agricoltura, l’astrologia, le scienze marittime ecc. Il nostro corpo, che è composto per il 70% di acqua, risente dell’influenza gravitazionale della luna, allo stesso modo in cui ne risentono le maree. Al contempo, possiamo scorgere parallelismi interessanti tra cicli lunari e il ciclo mestruale femminile, la rottura delle acque nelle donne incinte ecc.


In Carya Carya, parte III (Anandamurti, 1956/2010), il maestro indiano Shrii Shrii Anandamurti scrive: “durante e vicino alla luna nuova e alla luna piena si può osservare che il fattore gassoso e quello liquido salgono all’interno del torace e della testa, creando una sensazione di disagio”. Questo spiegherebbe come mai, per esempio, è dimostrato che “nei giorni vicini alla luna piena e alla luna nuova si registra una maggior percentuale di incidenti stradali, fenomeni di nervosismo nei bambini ecc"..


Per queste ragioni, nel Tantra Yoga, i giorni del digiuno seguono un calendario che rispecchia le fasi lunari. Digiunare secondo questo calendario limita l’effetto di questi disturbi e dell’influenza lunare sui liquidi che scorrono nel nostro corpo e sulla nostra psiche. “Se infatti la persona non mangia durante questo periodo, ovvero in prossimità della luna nuova e della luna piena, i fattori liquido e gassoso che, come abbiamo visto tendono ad innalzarsi per effetto della luna, vengono spinti verso il basso del corpo, alleviando il disagio” (Shrii Shrii Anandamurti, 1956/2010, p. 20). Dal punto di vista scientifico, l’astensione dal cibo permette di tenere chiuse le due valvole (cardias e piloro) impedendo così la risalita dei gas intestinali nella zona del cervello.

Se da un lato i benefici fisici del digiuno sono associati al riposo degli organi metabolici (intestino, stomaco, fegato, sistema digerente), dall’altro lato – sempre dal punto di vista organico – nei giorni di digiuno più strategici secondo il calendario lunare (detti Ekadashi, ovvero 11 giorni dopo la luna piena e la luna nuova), avviene una trasformazione anche dal punto di vista linfatico.

La linfa vitale (detta Shukra nella scienza yogica) viene trasformata in sostanza mentale (o ectoplasma).

In altri termini, il digiuno ci aiuta a mantenere una corretta igiene mentale, oltre che fisica: oltre al riposo del sistema metabolico, i gas intestinali non risalgono al cervello e la linfa si trasforma in sostanza mentale. Tutto questo ha interessanti effetti dal punto di vista spirituale. Nei giorni di Ekadashi, infatti, “la ghiandola pineale secerne un ormone particolare [che in sanscrito viene denominato amrta, o “nettare divino”, n.d.r], che dà un’esperienza mistica a coloro che meditano e che digiunano [...] Quando l’ormone rilasciato dalla ghiandola pineale riesce ad entrare nella circolazione sanguigna provoca [infatti] uno stato estatico”.




Non a caso il digiuno è stato utilizzato per millenni da asceti, monaci ecc., perché la mente e il corpo “sgombri” dal cibo, favoriscono le pratiche dell’introspezione e della meditazione. Possiamo quindi dire che il digiuno purifica il corpo (facendo pulizia delle tossine in eccesso) e rafforza la mente, portando “a galle le tossine, ovvero i pensieri confusi”

Controindicazioni e consigli

E’ necessario e doveroso ricordare, d’altro canto, che – al di là dei benefici descritti – la pratica del digiuno dovrebbe essere fatta senza scordare alcuni importanti avvertimenti:

  1. “Il digiuno dovrebbe essere praticato da coloro che stanno fisicamente bene e che accettano questa pratica come parte di uno stile di vita sano”. In altri termini non dovrebbe mai essere vissuto come imposizione o forzatura, cosa che porterebbe a reprimere, anziché a sublimare le nostre tendenze;

  2. Per quanto sia più indicato, da un punto di vista generale – tenendo conto dell’influenza della luna sui liquidi (non solo le maree, ma anche i liquidi di cui è composto dal nostro corpo) – un digiuno a secco, ovvero non solo senza cibo, ma anche senza bevande, “coloro che soffrono di calcoli ai reni, alla cistifellea, di problemi urinari o di debolezza cardiaca non dovrebbero praticare il digiuno senza liquidi";

  3. “Il vero digiuno tantrico a secco andrebbe fatto per un giorno completo [24 ore, n.d.r], e non dovrebbe estendersi ad altri giorni, oltre che Ekadashi, poiché danneggerebbe il sistema urogenitale”;

  4. “Non dovrebbero digiunare bambini, donne incinte o in fase di allattamento”

  5. A coloro che iniziano a praticare per la prima volta il digiuno “si consiglia di mangiare per la prima volta della frutta, la seconda volta di bere acqua-limone e sale, e poi – se non sussistono disturbi – di fare il digiuno completo la volta successiva”.

  6. Coloro che non riescono a praticare il digiuno completo, potrebbero provare il mezzo digiuno, ovvero dalle tre del pomeriggio di Ekadashi, fino alla mattina del giorno successivo.


Come terminare il digiuno

Un aspetto da non trascurare è quello relativo a come rompere il digiuno. Anche in questa fase, infatti, “si dovrebbe seguire un sistema scientifico. Dopo l’igiene orale mattutina si beve circa un litro di acqua tiepida ben salata con il succo di un limone, in modo tale da tamponare l’acidità dello stomaco e pulire il tratto gastrointestinale.




Mezz’ora dopo aver bevuto acqua limone e sale si può mangiare una banana molto matura per stimolare la peristalsi dell’intestino. Il pranzo dovrebbe essere a base di un cereale integrale e di verdure crude o cotte”.






Come si esegue il digiuno yogico Vediamo allora qual’è il metodo classico. A chi pratica l’astinenza sessuale, i monaci fondamentalmente, viene consigliato il digiuno per 4 volte al mese, a chi ha invece una vita diciamo normale, viene consigliato 2 volte al mese.


Allora noi abbiamo come riferimento la luna, ed abbiamo la luna piena e la luna nuova; per chi digiuna 2 volte al mese, non si sceglie il giorno di luna nuova o quello di luna piena, ma diverse scuole di yoga ci dicono che è meglio anticipare di 3 giorni la luna piena o quella nuova. Queste fasi lunari in sanscrito si chiamano Ekadashi ( eka= 1 dashi=10 da cui 11 ) e si calcolano o contando 11 giorni dopo la luna piena e 11 giorni dopo la luna nuova

Per chi fa il digiuno 4 volte al mese si fa in Ekadashi, che abbiamo visto prima poi il giorno della luna piena che si chiama Purnima e il giorno di luna nera che è Amavasya.

Procedura

Classicamente per fare il digiuno uno dovrebbe smettere di mangiare con la cena del giorno prima, poi facciamo un giorno di digiuno, andiamo a letto senza mangiare e rompiamo il digiuno con la colazione del giorno dopo; quindi in verità sono più di 24 ore più quelle della notte, alla fine sono circa 32 ore. Esiste anche il digiuno è da fare a secco, cioè ne mangiare ne bere, ma io ve lo sconsiglio perché in tutta la yoga terapia si dice che il digiuno a secco deve essere riservato solo alle persone in perfetta salute fisica perché può essere molto impegnativo. Vediamo i vari livelli di digiuno, partendo dal più semplice, quello che possiamo provare e consigliare senza grossi problemi a tutti:

  • durante il giorno di digiuno non esagero col cibo e alla sera salto la cena, a patto che alla sera ti dedichi alle tue pratiche. Questo anche al di là delle pratiche va bene anche dal punto salutistico.

  • un’altra forma di digiuno, sempre molto semplice e blanda, puo’ essere un giorno a solo frutta, ovviamente sempre nell’ottica del perché stò digiunando, quindi non mangio 5kg di pere a pranzo. il passo successivo sarà quello di togliere anche le fibre e quindi di fare una giornata solo a centrifugati, o a succhi di frutta, cioè togliere la parte solida dell’alimento dove perdiamo anche il masticare, il mordere.

  • se vogliamo spingerci ancora un po’ di più arriviamo all’acqua.

  • dopo aver fatto qualche digiuno con l’acqua se non abbiamo avuto problemi, stiamo bene, non abbiamo avuto problemi renali ecc, possiamo provare a fare il digiuno a secco; logicamente se decidete di fare un digiuno a secco deve essere un digiuno protetto, cioè se ad es. i 3 giorni prima della luna quando dovreste fare il digiuno avete un impegno importante, cambiate giorno, fatelo 2 o 4 giorni prima della luna. Si può fare anche il giorno stesso della luna ma la maggior parte delle scuole consigliano 3 giorni prima.


In ogni modo è bene fare delle prove, se abbiamo una buona condizione di salute possiamo provare anche a fare subito il digiuno ad acqua ma se siamo persone che di solito quando arrivate a mezzogiorno se non mangiate moriamo è meglio cominciare con l’immettere anche degli zuccheri come dei succhi, la frutta o anche una tisana con del miele, anche perché se non si ha una struttura fisica adatta il corpo tende ad acidificarsi enormemente il giorno del digiuno e quindi ci si fa più male che bene.

Ad es. un gran mangiatore di carne il giorno del digiuno come dire...la paga poi... Per il digiuno si fa anche questo es., del vaso con dell’acqua trasparente che sotto ha della sabbia e se cominciamo a mischiare tutto la sabbia viene su; nel digiuno avviene questa cosa perché non introducendo più alimenti tutti gli emuntori cominciano a buttare fuori roba, c’e’ una parte detossinante comunque nel digiuno.

Quello che può capitare è che se uno ha un certo regime alimentare, se uno acidifica molto, o ci sono proprio degli aspetti tossinici, quello che capita e’ di sentire le tempie battere; tipicamente il mal di testa da digiuno si manifesta proprio nelle tempie che cominciano a battere, a battere, a battere. Se il mal di testa è sopportabile allora ok, non cè problema, ma se è molto forte allora non riuscite più poi a mettervi a meditare, a fare asana ecc...alla fine state completamente vanificando l’obbiettivo; in questo caso meglio il digiuno con acqua e miele, con una tisana, mangia una mela, inserisce un minimo di carboidrati. Quindi attenzione che il digiuno deve essere fatto per bene, deve essere una rinuncia ma una rinuncia che ci fa bene, che ci tonifica; stessa cosa se alla sera mi borbotta la pancia è meglio mangiare qual cosina perché se poi durante la notte non dormiamo non và bene. Paradossalmente c’è molta gente che con il digiuno diventa ancora più sveglia e iperattiva, ha più energia del solito ma proprio per il solito discorso che anche mangiare qualcosa ti porta via qualcosa di energia. E’ quindi importante che il giorno del digiuno uno dedichi tempo alle pratiche, se non puoi dedicare tempo alle pratiche è inutile fare quel digiuno.

Terminare il digiuno perchè è importante seguire le fasi E’ molto importante rompere bene il digiuno, cioè con acqua limone e un pochino di sale; questo è il metodo classico che si fa alla mattina dopo; questo per far partire bene la secrezione dei succhi e pulire bene anche il resto dell’intestino. Quindi partire con acqua tiepida con limone e sale; anche qui dipende molto da dove vogliamo spingerci, se vogliamo solo rompere il digiuno basta una tazza di acqua tiepida con mezzo limone e un pizzico di sale che produce una soluzione tampone con l’acido del limone, questo serve per una questione di pulizia e per far ripartire le secrezioni interne; se invece vogliamo portarci ad un discorso di pulizia possiamo berne anche di piu’. Quindi, rotto il digiuno con acqua limone e sale non si fa colazione subito ma ci si dedica alle pratiche ( asana, meditazione ecc ). Finito quello un altro passaggio importante per rompere il digiuno è la banana e si mangia un’oretta dopo l’acqua e sale. La banana deve essere ben matura e , questo caso, masticata poco. La banana deve essere ben matura perché così è più farinosa. Dopo un giorno che non mangi e dopo aver bevuto acqua limone e sale partono delle secrezioni importanti di acidi nello stomaco e la banana serve come protezione perché si distribuisce bene sulle pareti dello stomaco. Poco dopo la banana, senza bisogno di far passare tanto, si puo’ fare colazione ripartendo ancora una volta dalla frutta e dagli alimenti più leggeri, evitando magari al primo giro i grassi, e poi pian piano se si è un po’ sensibili di stomaco si puo’ decidere di tenere solo fibre a colazione cioè fondamentalmente solo frutta e il primo cereale lo introduciamo con il pranzo; se invece abbiamo una buona capacità digestiva si può pensare di inserire sia la frutta che il cereale subito a colazione. Giusto per provare, e tanto per vedere quanto si può chiarificare la mente col digiuno, una pratica interessante di cui parlano tante scuole, è la pulizia dell’intestino il giorno del digiuno, che posso fare con un enteroclisma, una peretta, e questo per capire quanto con un corpo pulito la nostra mente può diventare lucida; infatti quando tante volte abbiamo la mente annebbiata è anche perché siamo dietro a digerire, perché abbiamo l’intestino non a posto ecc ecc, quindi la cosa migliore è sperimentare.


Soprattutto per le persone stitiche, la meditazione nel giorno del digiuno, dopo che si è pulito l’intestino è incredibilmente diversa, e alla lunga pesa anche meno praticare il digiuno perché si ha soddisfazione il giorno che lo si fa, perché quell’ora che fai di meditazione vale molto di più che la meditazione in condizioni normali perché si ha veramente un controllo notevole sulla mente e il corpo fisico è ben armonizzato. Ricordiamoci che un digiuno ben fatto è un digiuno ben sopportato e in questo caso addirittura una persona stà meglio il giorno che digiuna rispetto a quello in cui non digiuna e in più cambia completamente il rapporto con il cibo, ponendoci diversamente di fronte al cibo ed evitiamo di ingurgitarlo senza pensarci, è importante lavorare anche su questo aspetto. Parlando un attimo di sostanze con alcool nel caso ad es. uno stia prendendo una tintura madre, anche presa al massimo dosaggio ( 150 gocce ) alla fine la parte alcolica e’ pochissima, neanche 10 ml, è chiaro che il giorno del digiuno se è possibile è ovviamente meglio non introdurre alcool. Ricordiamoci che se durante il giorno di digiuno non stiamo molto bene è perché è andato storto qualcosa nello strutturare il digiuno.



Calendario Digiuno Upavasa (questo calendario rimane sempre aggiornato ogni anno)







Riferimenti bibliografici: Shrii Shrii Anandamurti (1956/2010). Ananda Marga Caryacarya. Tr. It. Verona: Ananda Marga Edizioni. Franceschini C. (1997/2014). Biopsicologia tantrica. Manuale di pratiche yogiche per il benessere fisico, psichico, mentale e spirituale. Verona: Ananda Marga Edizioni.

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page